[...]
Il Camuccini era direttore dei pensionati napoletani in Roma; egli era in relazione si, ma non intima con Canova, per il quale non aveva simpatia e collo scopo di abbassare la fama egli portava alle stelle il celebre Thorwaldsen, facendone lodi, secondo me, esagerate.
[...]
Il competitore di Canova fu Thorwaldsen. – Egli era di bell’aspetto; la sua fisionomia, benchè nordica, era espressiva, piuttosto seria, eppure dolce; era benevolo, di maniere distinte, di nobile portamento; discorreva poco, era pensieroso, ma sempre cortese. Nell’arte egli si distingueva sopra tutto nei basso rilievi; il suo stile non era tutto greco, anzi aveva un non so che di originale. Egli non lavorava mai il marmo, ch’io sappia, ma modellava assai bene: e gli argomenti da lui rappresentati in basso rilievo erano concepiti con grande finezza e talento. Non ho mai potuto capire se egli fosse veramente amico di Canova, ma non lo credo. – L’aureola che circondava Canova poteva forse fino a una certa epoca destrargli invidia, ma poichè la fortuna sorrise anche a lui, e meritatamente, parmi che dovesse maggiormente tenersi legato di amicizia col grande artista italiano; invece egli si lasciò adoperare come stromento da Camuccini, per abbattere Canova, e queste mene dell’invidioso pittore furono condotte con tant’arte, che il Thorwaldsen non si accorse della brutta parte che gli si faceva rappresentare: la nobiltà del suo animo si sarebbe certo rivoltata contro queste basse gare. Fra le molte belle opere di Thorwaldsen forse la più distinta è il basso rilievo rappresentante la Notte, e i bassi rilievi esistenti nella Villa Carlotta, sul lago di Como; questi, a mio parere, sono assai superiori a quelli del Canova. Peccato che questo celebre artista, non lavorando egli stesso il marmo, mancava nelle figure di quella finitezza di piani che distingue il vero scultore: tuttavia i suoi lavori saranno sempre mirabili per il concetto e per lo stile. Dopo questi due sommi artisti, la scoltura prese grande sviluppo in Italia: Bartolini a Firenze e poco dopo Dupré portarono l’arte a un punto eminente.
[...]