Pregmo. Sr. Cavage. Amico Carismo.
Villa Sommariva Lago di Como
Li 11. Luglio 1823.
Riccevo in questo momento, da codto. bravo Incisore Sigr. Cerbara, il Cameo rapresentante La Statua dell’Amore, che stà travagliando il di Lei degno alievo Sigr. Bienaimè: Esso è finito a perfezione, e mi dà un’idea cosa sarà l’Originale quando avrà passato gli ultimi gradi del Lavoro, sotto gli occhi dell’imparegiabile mio Amico, che mi promise La desiderata sua Atenzione, mi permeta di domandargliene frattanto le relative notizie coi doverosi Saluti all’autore.
Mi scusi ingrazia mio caro amico, se lo incomodo nello stesso tempo a chiedergli nuove della Statua di Cloe che deve far il Pendent alla Sudta. di Amore. Sò ch’era sua intenzione di cambiar qualche cosa del già fatto modello, che viddi; e voglio Lusingarmi, che anche il nuovo sara’era compito; e che quindi abbisognando il marmo per travagliare, mi mi grazierà di indicarmi la Somma, che devo pagare per la prima Rata del prezzo di tale Statua, ed in nome di chi devo mandare l’ordine a Codto. Banco Torlonia per il rispettivo Sborso.
Anche dal bravo mio Sr. Tenerani aspetto notizie raporto alla nostra Psiche, ed i suoi Comandi per rimettergli la Somma, che desidera; Non dubito, che il Modello in gande sarà da Lui finito. Sono impaziente di quest’Opera; e tutte le volte, che vedo La Maddalena di Canova, mi si radopia il desiderio d’amirarne il suo Pendent. La prego di dirgli mille cose da mia parte, e che stò ansioso di sue notizie.
Non oso dir nulla del nostro Freggio unico al mondo, come sarà unico, anche nè Secoli venturi, il celebre suo Autore. Non sò che aspettare in silenzio La grand’Opera, che deve associare il mio Nome a quello del mio Caro Amico, che si compiace di favorirmi, e di restar meco confabulando ad seguito di Alessandro il Grande.
Io frattanto stò qui occupato per prepararli un aloggio, se non abbastranza degno dell’Opera imortale, almeno il migliore, che mi è possibile. a tal effetto diferisco pure il mio ritorno a Parigi, ameno chè Circostanze imperiose per mio Figlio non mi necessitino di portarmi tosto colà.
Nel ritorno da Firenze feci La superba Strada del Luchese, e Genovesato: Passai da Massa, ma non andai a Carrara; il mio buon Thorvaldsen non vi era ancora. Aurei ben voluto, e vorrei trovarmi vi con Lui, mi hà ben promesso, che potendo da Carrara aurebbe spinta la sua corsa fin quì; ma come lusingarmi di tanto favore, Non posso, che desiderarlo ardentemente.
Anche l’amico Sr. Cave. Brondsted mi hà promesso a Firenze, che sarebbe passato qui da me andando a Gineura; ma fin’ora non l’hò veduto. Sò però che scrisse a Lei, che si siamo veduti alla mia Villa a Firenze. Non La prego che di una sola-sola riga di risposta Con tutta l’Anima lo abbraccia
P.S. Il Sigr. Girometti favorisce atravaliare! | L’Affmo. Obbmo. Suo Amico C[ont]e Sommariva |