Sigr. Commendre. Venmo. Pne ed Amico
Profittando di tanta degnazione e bontà, ond’Ella si compiacque sempre di riguardarmi, osai pregarla di volere scolpire in un medaglione il ritratto di profilo dell’Amica Ripanti ad inchiesta del Conte vedovo, ed a suo interesse. Ora sento prossima la dilei partenza pel Nort dell’Europa, e Le ne augurai felice viaggio, e sollecito ritorno pregandone la Salute da Lei scolpita in modo che quella Diva dovrebbe largamente compensare il dilei lavore, e sgombrar la tema di que cosi detti vizj organici, i quali non possono esistere nell’architettura d’un corpo destinato ad albergare cosi grand’Anima. Prima dunque ch’Ella muova dal bel cielo di Roma, la prego far conoscere al mio Amico Sacerdte. Anzuini, e per esso al Conte Ripanti, se rimanga nella stessa idea di favorirle, e qual fiore s’addica alla sola memoria d’un opera che non può aver prezzo. La cosa non è mia, ni di mio interesse effettivo, oltre quello dell’Amicizia, che non dove oltrepassare alcuni limiti di convenzioni sociali. Perdoni la libertà con cui le parlo. mi ricordi all’Amco. nro rispettabilissimo Sigr. Cavre Kolb, che tanto amo e stimo, perchè egli è giusto amatore, ed ammiratore del Fidia nostro, cui bacio le mani che fanno cosi belle e divine cose
Di Lei Sigr. Commre. Venmo. Pne ed Amco. | Rieti li 10. Luglio 1838 |
Devmo servitor vero obbmo ed ammire. affmo
Angelo Maria Ricci