Caris[si]mo e Preg[iatissi]mo Sig[no]re Cav[alie]re Amico, e Padrone
Parigi li 3. Febraro 1822 -
Siamo quì in viva aspettativa di riccevere ed amirare le sublimi di Lei opere nei Busti delle AA. LL. Reali il Principe, e Principessa di Danimarca. Già Le sarà gionta l’ultima mia 13. passato Xbre, con cui La pregavo di farmi tener quì al più presto possibile, a mie spese, siffatti Busti, giacchè trovandosi apponto quì anche gli Originali, sarebbe stata una fortunata occasione di mostrarglieli piazzati, prima della Loro partenza.
Ne interessai a questo proposito anche il Vicomte de Senones, Segretario del ministero della casa del Rè, onde ci procurasse un occasione di far giongere quì con speditezza tali Ogetti; ma vedendo, che ritardano, e che non hò notizia alcuna da Lei mio preziosissimo Amico, che mi sieno almeno spediti, si è pensato con questo degnissimo Monsignore Nonzio Pontificio, che il mezzo più corto, e più sicuro possa essere quelle di spedirmegli per Terra, facendone costà il relativo contratto tanto raporto alla spesa, quanto al tempo, dentro cui debbano essere quì gionti.
Lo stesso Monsignore, che diedde ne scorsi giorni un magnifico Pranzo al medesimo Signore Principe, a cui feci compagnia, si compiace di farLe tenere la presente, e mi dice ch’Esso pure ebbe ad usare dello stesso mezzo, sebbene meno economico, almeno più pronto per far venire i di Lui effetti.
Nel resto godo d’anonciargli, che le Loro Altezze godono della miglior salute, e che sono quì stimate, onorate, e ben vedute al massimo grado. Domani mi onorano, assieme a tutta la Loro corte, di venire a pranzo da me; ed io pure non stò finora male di salute, avendo quest’anno quì un clima moderatissimo.
Mi lusingo, che mi favorirà di sue buone notizie, de’ pregiatissimi comandi, e di assicurarmi della continuazione de’ suoi favori, e della sua affezziione, a cui tiene più d’ogni altra cosa al mondo
L’affez[ionatissimo]. ed obb[ligatissimo]. ser[vito]re, ed amico
C[on]te Sommariva