Papà mio
Felice me! sono a Kiel, il tragitto è andato benone meno qualch’ora della notte ch’ho sofferto terribilmente mai le creature non hanno risentito il più piccolo incommodo; e Augusta non fa che ballare in questi due ore che staremo qui soltanto per pranzare e partirò subito per Amburgo ove terminerò queste due righe dopo il nostro accordo e come voi desiderate che dica poco ma non perciò dubitare che senta molto; si caro Papà la partenza e la separazione mi è stata molto sensibile e spero che v’investirete di tutti i pensieri che m’accompagnano.
Ringraziate tutti da parte mia per l’attenzioni ch’hanno avute per me, ripetere a tutti l’espresioni della più viva riconnoscenza ecco le comissioni che vi prego farmi con tutto interesse.
Ho viaggiato tutta la notte e alle 5 della mattina del 13 sono in Amburgo, vi restemo tutto il giorno avendo il Maestro d’Alberto diverse cose d’accomodare e domani anderemo avanti; Alberto è un gran uomo in questo viaggio e credo ch’anche lui s’avveda di quanto è itule: la piccola Augusta è una consolazione di vederla anche il Maestro fa gran elogj su questa viaggiatrice, tutto mi fà sperare in bene e spero continuamente darvi nuove buone; scusatemi per questa volta come son scritte queste righe temo che non le potrete leggere ma è impossibile per me a scrivere di nuovo son stanca a un punto che non mi reggo più. Adio, Adio Papà mio tutti e tre si raccomandiamo di pensare a noi. Senza dir niente a nessuno un altro saluto di cuore a M.me Holenberg, e M.me Jensen viaggiano con me e sono contenta della loro compagnia. Vi abbraccio di tutto cuore rammentatemi al consigliere Collin e ringraziatelo assai assai per parte mia, spero di non avergli lasciato debiti; bisogna finire, adio!
Vostra affma figlia | |
Amburgo 13 7bre 43 | Elisa Paulsen |
Pensate a me a KoKKedal e mille mille cose alla famiglia Nygaard.
La Balia saluta tutti.