Cari[ssi]mo mio amico cav[aglie]re sti[mabilissi]mo
Parigi li 24. Febraro 1824
Tardai a darLe notizie del mio arrivo quì, perchè mi trovai affolatissimo d’imbarazzi i primi giorni della mia venuta; e poi mene trovai impossibilitato a causa di essere stato sorpreso da un forte atacco di Gotta allo Stomaco, che mi obbligò a Letto per longo tempo. Ora che mi trovo meglio mi faccio un dovere ed un piacere di trattenermi un momento con Lui mio buon Thorvaldsen, che stimo, ed amo infinitamente.
Ed avanti tutto mi dica un po’ come và la preziosa di Lei Salute ? Come passa la sua Vita ? quali progetti ha Ella fatti per il prossimo venturo Estate ? a quali Lavori trovasi ora occupato ? Non lo parlo punto del nostro Grandioso: Sò quanto Le sta a cuore: Sò ch’esso è il suo Primogenito amato sopra tutti: Sò quale sia il di Lei buon cuore per me già vecchio, e fanatico di possederlo; ma parlo di que’ Tratti di Sommo-Genio, che sortano anche senza volerlo, dalla sublime di Lei concezione, e che bisogna, che le dia subbito alla Luce. Vorrei trovarmi sul sito per nutrirmi d’amirazione, e godere insieme dello slancio de’ suoi Talenti. Vorrei essere a Roma nonostante che senta, che faccia più freddo di quì, che non hà fatto ancor Gelo, ma l’Inverno venturo certo, che o non sarò al Mondo, o sarò a Roma.
A tal epoca vorrei in fatti lusingarmi di venire ad amirare finita (come pendent della Maddalena penitente) la povera nostra amabile, sebben troppo curiosa, Psiche, che mi stà sul cuore, e che moro dal desiderio di vederla almeno con due segni di Lapis dissegnata, onde farmi un’idea della Pose, ossia Sittuazione del corpo stata scielta fratante altre progettate. E mi lusingo pure, che frattanto si occuperà in proposito anche il bravo Signor Girometti per ritrattarla in Cameo colla perfezione, che merita l’insigne Scultore della Statua originale.
Non dubbito che troverò interamente terminata la bella Statuetta dell’ Amorino, e le Colombe di Gnido. E crede Lei, che io sarò abbastanza fortunato per trovare a buon termine l’altra Statuetta di Cloe, che pascola il suo Capretto ?
A tal proposito vengo di riccevere Lettera dall’ ottimo-ottimissimo nostro Principe Ereditario, in cui mi dice “Je Vous remercie encore pour la Protection que Vous avez accordée a Freund, notre jeune Sculteur a Rome, en Lui comendant un Ouvrage. Un vieux Sculpteur, étant mort, je me vois forcé de rapeller Freund; mais je Lui laisserais un tems suffisent pour terminer ce qu’il a comencé de travailler en Marbre”.
Ecco quanti mottivi tengo per richiamarmi a Roma. Il principale però è quello di abbracciare l’eccellente mio amico, qual è Lei. Anzi hò qualche lusinga di averlo anche prima siffatto piacere, ed è perciò che gli domandi, ove Ella crede di passar l’estate; giacchè entra ne’ miei Progetti di rivenir in Italia il più presto possibile di passare alla mia Villa sul Lago, onde veder finito il Gran-Salone d’Alessandro, indi far una Corsa a Firenze per dar un occhiata alle disposizioni che dieddi a quella mia Campagna.
Frattanto attenderò con ansietà le di Lei sospirate notizie, anche per mio governo; E pregandola di dire tante cose cordiali da mia parte alli miei cari Signori Tenerani, Bienaimé, e Freund e de’ Saluti agli Amici nostri, offrendomi in tutto e per tutto a quanto Ella può desiderare da me, mi reputo ad onore di esserLe coi maggiori sentimenti di stima, affezzione, e riconoscenza senza limite
L’affe[zionatissi]mo obb[ligatissi]mo Ser[vit]ore ed Amico vero
C Sommariva