Pregiatissimo Sig. Cavaliere, ed Amico Preziosissimo
Villa Sommariva li 16. Maggio 1821.
Avrei riscontrato prima d’ora la graziosissima sua 11. Aprile, se non ne fossi stato impossibilitato da un forte attacco di Gotta, che mi obbligò a guardare il letto per 49. giorni continui, e che tuttora mi tiene legato il braccio destro, per cui non posso scriverle di mia mano, sebbene nel resto mi trovi assai meglio. Ecco pure il motivo per cui non potei venire ad abbracciarlo coll’ occasione della Settimana Santa, e per cui non posso ancora andare a Firenze a far la mia Corte al nostro eccellente Sig. Principe Ereditario di Danimarca. Questo però ebbe la bontà di scrivermi promettendo, che sarebbe venuto ad onorarmi in sul lago nel prossimo giugno.
Ma intanto non potrò per ora venire a veder Lei, mio caro Sig. Cavaliere, e degno Amico, massime dopo tanto tempo, che ne sono digiuno, come pure non potrò ammirare l’Immortale di Lei Travaglio del nostro Grande Alessandro, che sento, con indicibile sodisfazione, vada avvanzando con quel successo, di cui Ella sola ne è capace. Godrò almeno di sentirne di mano in mano le gradevoli notizie anche per mio governo, abbandonandomi interamente nelle di Lei mani, ne’ sublimi di Lei talenti, nell’ esperimentato di Lei zelo, e nella preziosa di Lei amicizia, di cui mi onora, e per cui ne sono glorioso.
Il sullodato Sig. Principe ebbe la compiacenza di scrivermi da Roma, che Ella stava finendo il di Lui Ritratto unitamente a quello della Signora Principessa sua Sposa, e che non si scordava della promessa già fattami di favorirmene una Ricordanza di ambedue. Ardirei di domandarle in confidenza se la stessa A.S.R. li abbia confidato qualche cosa su tal proposito.
Non ignoro le gravi continue di Lei occupazioni. Avrei quindi rossore di farli perdere la preziosità de’ di Lei momenti, selo pregassi ad occuparsi a scrivermi le care di Lei notizie; ma non posso a meno però di supplicarla di farmene scrivere due sole righe per mia quiete, e consolazione. Giacchè l’assicuro sul mio onore, che sento di esserle a tutta prova per la vita
Tutto Suo Servitore, ed Amico
vero, e riconoscente
Conte Sommariva