Veneratissimo Sigr. Cavaliere
Se la bontà del cuore non fosse compagna dei mille altri pregi che adornano la vostra degna persona, io non ardirei certamente di pregarvi con questa Lettera. Ma poichè conosco per pruova quanto sia buono e gentile il vostro animo, e quale sia la protezione di cui mi siete cortese, cosi liberamente io mi permetto di darvi una preghiera sicuro come sono ch’ella sarà bene accolta da Voi.
È pur troppo vero Sig. Cavaliere che fra giorni verran fuori otto ordinazioni per le figure della Chiesa di S Francesco di Paola. Avendo però inteso dire che il Ministro dell’ Interno Sig. Cav. Santangelo voleva affidar quattro figure ai nazionali e quattro agli esteri, ho creduto ben fatto di farmi a lui presentare, ed esporgli il mio desiderio, e il mio diritto ad averne una. Il ministro che non mi conosce mi ha domandato se io avessi mai lavorato in marmo, e quali travagli avessi eseguiti. Io gli risposi come si conveniva, e gli mostrai il vostro certificato, al quale egli ha fatto quell’onore che si conviene. Mi ha fatte delle promesse di tenermi presente, e mi ha congedato. Ho parlato a qualche Impiegato nel Ministero che mi ha dato delle buone speranze; ma tutti mi hanno assicurato che se io avessi la sorte che il Cavalier Torwaldsen scrivesse direttamente al ministro assicurandolo che io ho travagliato, e posso travagliar nel marmo, io avrei certamente una ordinazione.
È perciò Sig. Cavaliere, che io ardisco pregarvi di questo favore, e spero che vorrete degnarvi di consegnare questa lettera che io domando, a mia moglie che me la farà arrivare acciò io la possa presentare al ministro.
Scusate Signore questa importunità, la quale aggiungerà un nuovo titolo alla gratitudine di chi avete tanto protetto, e che ha l’onore di dirmi
Napoli 5 Maggio 1832
di Voi Sigr Commendatore
affo servo e obbmo
Pasquale Ricco