Mio rispettabile, ed insigne Amico e Signore
Cercando una qualche distrazione alla mia melanconia io andava spigolando per mera curiosità qualche immaginetta men comune, e gentile tra i frammenti de’ Poeti Greci maggiori e minori sparsi quà e là, ed in parte raccolti nella grande Antologia. Or memore di quanto Ella favori di dirmi cioè che Le avessi indicato qualche pensiero Anacreontico men comune, che mi fosse avvenuto di trovare fra i Greci, e facendo sempre tesoro delle di lei parole, mi prendo l’ardire di notarle qui appresso alcuni semplicissimi pensieri, che potrebbero somministrar l’argomento d’alcun basso-rilievo, e prender corpo e luce migliore dalla sua creta, che i quella vera di Prometeo. Io La prego di gradire in tali liggerezza la mia ossequiosa memoria, e le mie buon intenzioni (perchè null’altro posso offrirle); e se in qualche momento di riposo, Ella si risolvesse a trattar qualcuno degli indicati argomenti, ardirei pregarla ancora di mandarmene due segni a Lapis perchè tenterei di farne la descrizione in un qualche brevissime epigramma a modo di restauro dell’ antico. Perdoni di grazia la confidenza, faccia gradire i miei ossequi al chiarissimo Sigr. Bienaimé, ed accolga i sentimenti d’altissima ammirazione, con cui bacio le mani che fecero cosi belle cose.
Rieti li 23. Giugno 1831
Di Lei rispettabilismo. Signore ed Amico
P.S. Il Porgitore Sigre. Cavre. Paoletti da me spinto, concorre al vacante posto di Accademico Professre. di merito in S. Luca. Io lo raccomando vivamente alla di lei protezione, della quale nol credo immeritevole, e supponendolo in linea con gli altri Concorrenti in Pittura, mi lusingo che voglia elevarsi almen sugli altri nell’ Affresco, nobilissimo genere un poco trascurato a giorni nostri, e del quale non credo che l’Accademia abbia molto luminose pruove negli altri soggetti. Al di lei favore intanto raccomando me stesso, e l’Amico, al quali sarà sempre gran titolo di gloria l’essere nominato da Lei.
Chmo. Sigre. Commendre. Alberto Thorwaldsen | Devmo servitor vero Ammiratore ed Amco. Affmo | |
Roma. | Angelo Maria Ricci. |
1. Giove detta le leggi, Amor Le scrive | Da Simonide | ||
2. Amor dispiega in mezzo al mar le vele | Da Tasso | ||
3. Amor dal selce trae scintille vive | Da Timocreonte | ||
4. Amor coreggia il cagnuolin fedele | Da Menandro | ||
5. Amor tesse una rete a cor gentile | Da Simonide | ||
6. Di vaghe conche Amor si fa monile | Da Ibico |