Paolina Bergonzi
Brescia
Paolo Tosio
Senza indirizzo, presumibilmente Sorbara p[ress]o Asola in base alle lettere precedenti
Dateringen fremgår af brevet.
Paolina writes that Franz I will not come through Brescia on his journey to Milan. She tells
Tosio about the initial reactions to the sculpture Ganymede with Jupiter’s Eagle, cf. A44, which
has been displayed in their home in Brescia.
CarmõI Consorte
Brescia il p.o dec:e 1815
Mi sono consolata sentendo che il vro viaggio fu felice, e così pure la Martina che tanto vi saluta, e sta bene. Qui si è avuto nuova che il SovranoII per ora non passeràIII p questa città, e che anderà a Milano p altra strada.
Tra quelli che mi hanno raccomandanto di distintamente salutarvi vi è Camillo UgoniIV, che venne qui in gran premura sperando di vedere Voi.
Il GanimedeV è visitato e piace, ed anche vi si fanno dei rileviniVI , tra i quali che il collo dell’ocaVII, ed il Braccio del Giovine presentano qualche cosa che non soddisfa affatto, e questo è di certo ParaticoVIII, che me lo disse ieri con tutta quanta però la moderazione; Egli pure vi saluta molto.
Vi prego de’ miei doveri con Va. MadreIX, e con tutto l’affetto
Vra Affma Consorte
Spero che avrete avuto un’altra mia
Ganymedes med Jupiters ørn, 1817, inv.nr. A44 |
Last updated 26.03.2021
L’abbreviazione sta per “carissimo”. Per le altre principali abbreviazioni utilizzate nell’epistolario in lingua italiana, si rimanda a Italian Abbreviations.
Cioè l’Imperatore d’Austria Francesco I (1768–1835).
Dunque forse è a questo che allude il pittore italiano Luigi Basiletti nella sua lettera del 26.11.1815 quando parla a Tosio dei preparativi per l’arrivo dell’Imperatore, augurandosi che l’amico rientri in città per l’occasione. Il viaggio dell’Imperatore doveva evidentemente prevedere una tappa bresciana prima di giungere a Milano il 31 dicembre 1815.
Camillo Ugoni (1784–1855) fu un patriotia e letterato italiano. Anch’egli bresciano, fece parte del circolo letterario che si riuniva in palazzo Tosio, cfr. Maurizio Mondini e Carlo Zani: Paolo Tosio: un collezionista bresciano dell’Ottocento, Brescia 1981, p. 11.
La scultura con Ganimede e l’aquila, cfr. A44, fu realizzata a Roma da Thorvaldsen e arrivò a Brescia il 17.10.1815, come apprendiamo dalla lettera inviata da Paolina Bergonzi al marito, Paolo Tosio. Tosio aveva commissionato la scultura allo scultore danese grazie al tramite dell’amico Basiletti, come emerge dal loro epistolario, cfr. 16.3.1815. Conservata ed esposta al suo arrivo presso la dimora dei coniugi Tosio, l’attuale palazzo sede dell’Ateneo di Brescia, oggi la scultura si trova verso la Pinacoteca Tosio Martinengo a Brescia.
Cioè delle piccole osservazioni.
In realtà il Ganimede viene immortalato da Thorvaldsen nell’atto di abbeverare – allusione al suo ruolo di coppiere degli dei sull’Olimpo – l’aquila, il suo attributo iconografico che altri non è che Zeus, trasformatosi per poter rapire il giovane di cui si era invaghito.
Si tratta del nobile italiano Carlo Paratico, bresciano di origini stando all’Elenco dei nobili Lombardi consultabile qui.
La madre di Tosio era la nobildonna Matilde Lucrezia Avogadro – da un’antica e noabile famiglia bresciana – che aveva sposato Ottaviano Francesco Giuseppe Baldassarre Tosio attorno al 1769.