Stimabilissimo amico carissimo
Villa Sommariva 20. Giugno 1821.
Tardai a riscontrare l’ultima pregiatissima sua de’ 2. corrente per darLe nello stesso tempo le interessanti notizie delle Altezze Loro Danesi, che mi hano onorato con tutto il suo seguito per alcuni giorni. Ieri sono esse partite di quì in ottima salute, avendo presa la strada del Semplone per passare in Svizzera. Ella può credere come, e quanto abbiamo parlato di Lei nostro amatissimo! Tutto il mondo le rende giustizia tanto per i sublimi di Lei talenti, quanto per le eccellenti qualità del di Lei cuore, si è sentito colla maggior soddisfazione che stiasi lavorando in marmo i Busti delle stesse LL.AA., che sento somigliantissimi; ed ora jo devo averne in ciò il maggior interesse, posto chè mi venne da Esse graziosamente confidato l’uso, che gli fù destinato a tutto mio onore, e favore, mi scuserà dunque mio caro amico, se di tanto in tanto azzarderò di domandargliene conto.
Mi consola pure di sapere che il Nostro-Gran-Lavoro, com’ Ella si compiace di dirmi, si avanzi con energia, e che quindi il pezzo di mezzo sia compito dalla divina sua mano. Le giuro che sono impaziente di venire ad abbracciarne l’esimio autore coll’amirare la parte dell’opera finita.
Frattanto vorrei che il bravo Signor Pistrini continuasse la copia di essa, giacchè non mi ha mandati che soli due pezzi in un intero anno. Sono persvaso, che una di Lei parola potrà sollecitarne il travaglio, non chè renderlo a perfezione.
La povera mia salute non è ancora ben ristalilita. Conto di prendere le acque termali, e quindi dovrò diferire di restituirmi a Parigi. Mi prenderò la libertà di tener La al giorno di quanto sarò per fare in seguito.
Il Sig. Abate Torderò m’incaricò di farle scusa se non le scrisse ulteriormente per la tema di troppo importunarla. Agradisca i sentimenti sinceri della viva mia riconoscenza, affezione, e considerazione
Aff[ezionatissi]mo amico, e servitore obb[ligatissi]mo
Conte Sommariva