Eccellentissimo Sigre Comendatore
La lunga malattia che ho sofferto causa è stato in parte la sopensione del noto lavoro che dovevo fare per la Camerale Calgografia, e nel fra tempo che ero malato mi venne a trovare il Sigre Giovanni Reinhart, dove io gli feci la confidenza risguardo le mie critiche circostanze, e che ero in procinto di vendermi li rami della nota associazione, in ciò fui consigliato di non avvilirmi a tanto, e che in vece avessi cercato di vendere qualche disegno, io gli mostrai i disegni che Vossignoria tiene presso di se, ad medesimo Sigre. Reinhart dove lo pregai d’impegnarsi presso Vossignoria, o qualche altro amico che li conprase, acciocchè io potessi tirare innanzi fino alla fine del mese di Giugno epoca in cui sarà difinito il lavoro della suddetta Calcografia.
Ora sento dal Sigre. Camia che Vossignoria non abbia volontà di fare aquisto, cosa in vero che mi ha avvilito, ancorchè non ho mai creduto di offrirle dei disegni che non meritavano la di lei approvazione; giacchè a dire il vero frà i tre disegni ci è quello che rappresenta il colonnato di S. Pietro, è un disegno che non tutti li giorni un artista si trova disposto a farlo, e che se non fosse la circostanza in cui mi ritrovo certamente non me nè sarei privato.
Risguardo al prezzo Stimatissimo Sigre Comendatore, che le mandai a chiedere per mezzo del Prelodato Sigre. Reinhart, in questo fui consigliato, Giacchè Vossignoria non vole mai fare l’Offerta, ma in questa circostanza ho sempre sotto-inteso di laseinne tutto alla di lei gentilezza, e quello che mi manderà sotto intendo di essere contentissimo, e saprò confessare sempre che nelle mie circostanze ho ri[?]trovato un Artista mecenate che mi a saputo soccorrene, perciò confido solo in Vossignoria a non lasciarmi deluso.
Di Vossignoria Illustrissima,
Omo Dmo Servitore
A. Aquaroni.