Scultura.
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A maggior lustro della Statuaria non deve lasciarsi di dire come va sorgendo un numero considerabile di bravi giovani Artisti di ogni nazione. Alla testa di questi porremo di buona voglia il Danese Thorwaldsen disegnator corretto, modellatore insigne, originale nell’inventare, ed imitatore non servo degli antichi esemplari. Il suo Giasone non teme il confronto di un bell’antico: quel suo braccio, e schiena principalmente, vantano una sorprendente bellezza. Il modello di un Marte, ch’ egli ha or ora compito, lo fa emulo del Giasone, se non lo supera; e nel suo Bassorilievo del distacco di Briseide da Achille vi lampeggia il carattere di uno scalpello Greco. Gran conto si fa di un suo Adone in riposo, maggior del vero; di un Apollo in 6. palmi suonante la lira; come altresi di un Ganimede, di un’Ebe, di una Venerina Stradiomene, e di un Bacco, tutti di una proporzione alquanto minore dei due suddetti. Con poetica e bizzarra idea ha rappresentato in bel rilievo le Muse, che ballano intorno alle Grazie aggruppate insieme, mentre Apollo seduto da un lato le accompagna con la lira. Danno queste Opere a conoscere, come dalla eroica e sublime maniera dell’Achille, del Giasone, e del Marte, sa egli felicemente discendere a quello stile opposto, ch’esige nudi delicati, molli espressioni, e tanto nelle carni, quanto nel piegare, morbidezza e grazia. Non dobbiamo tacere di altri suoi quattro Bassirilievi scolpiti intorno ad un’ara, in cui ha rappresentati quattro fatti Evangelici, per commissione avutane da una Chiesa Danese. Molto è piaciuta l’idea di richiamare alla memoria la forma de’ primi altari, usati da Noè, e dagli Antidiluviani. Essi non furono che are. I Gentili le ridussero di mano in mano in miglior forma, senza cambiarne la sacoma, sino a che i Cristiani, chiamata in soccorso l’Architettura, ne fecero quelle moli sì complicate, che di rado contentano l’uomo di gusto, e bene spesso gli spiacciono. Ultimamente egli ha fatto dei modelli per quattro Bassorilievi destinati per il Palazzo Reale di Copenhagen, i quali rappresentano 1.º Giove e Nemesi, 2.º Esculapio ed Igea, 3.º Ercole ed Ebe, 4.º Minerva nell’ atto che anima l’uomo poc’anzi fatto da Prometeo. Questi lavori sono fatti in stile veramente grande, e danno una dimostrazione magnifica del senso per la bellezza, che animò l’Artefice. In fine grande è l’abilita ch’egli spiega ne’ritratti: sempre ve ne sono nel suo studio, tirati alla perfezione, scolpiti al vivo, studiati nelle parti, e spiranti nel tutto insieme la verità. Concludiamo dunque potersi dire francamente, che il Sig. Thorwadsen è un Genio straordinario, polidedalo in arte, capace, ove ponga lo stecco, di fare quanto e possibile a farsi da uno Scultore.