Pre.mo Sig. Conte,
prima d’ora veramente avrei dovuto rispondere alla più che grata sua solo il temore d’importunarla troppo di sovente ma [sic] trattenuto non avrei termini onde esprimerle quanto sensibile mi sia stata la tanto gentile sua, cosa che veramente mi ha consolato assai conoscendo ch’ella ha mio riguardo tanta premura e l’assicuro che ciò m’è di conforto assai giacchè godo per lei la più alta stima. Non mancherò di presentare al Sig. Tenerani i suoi comandi e l’assicuro Sig. Conte che li ha accettati con tutto il piacere possibile e mi ha incombensato di presentarle mille e mille cose per lui, discorso facendo mi domandò come elle avesse accomodato il suo lavoro del Genio della Caccia, ed io con giusta lode gli feci la descrizione come con sommo gusto e giudizio è stato accomodato da Lei e rimase assai contento non gli tacqui pure di raccontarle di quanti oggetti di belle arti ella sia fornito e ammirò assai il di lei amore per [il] bello come pure ammirò il di lei gusto per esse. Devo pure presentarle i rispetti del Sig.r Bassi, che fui a visitare il suo studio e avendo udito che Brescia è il mio paese natio subito mi domandò conto della di lei persona e con molto piacere udì le sue nuove; non restai di ammirare con molto piacere le sue bellissime oppere [sic] cose veramente degne di tanto artista; così pure le dirò che il Sig. Tenerani ha ora terminato una statua per Torlonia, e à rappresentato un Vulcano. L’assicuro è una statua degna degli antichi Greci e sublime; vi è poi il braccio manco di una bellezza senza pari bella maestà in tutta la figura, è un lavoro che fa onore al nostro secolo; così pure gli dirò che Torvalsen [sic] lascia Roma per sempre, e il suo sovrano gli ha spedito un vascello a bella posta per il suo trasporto con quattrocento uomini di truppa ma assai gli duole a abbandonare Roma non meno spiace agli artisti, la sua partenza. [...] pregandola di voler accettare i miei sinceri doveri mentre con tutto il rispetto e stima mi vanto di dirmi di lei
Dev.mo Servitore
Giuseppe Martinengo,
Roma, il 30 luglio 1838