Giuseppe Martinengo Cesaresco
Rom
Ippolito Fenaroli
Dateringen fremgår af brevet.
Martinengo Cesaresco writes to Count Fenaroli and tells him that he will report his orders to Tenerani and sends him greetings from Bassi, a painter he met in Rome, who, as soon as he heard that his interlocutor was from Brescia, asked him about Fenaroli. Tenerani had asked Martinengo Cesaresco how the work he had created for Fenaroli had been arranged. He then talks about a commission that Tenerani has received from the Torlonia family and closes the letter with the news that Thorvaldsen will leave Rome forever to return to Denmark.
Pre.mo Sig. Conte,
prima d’ora veramente avrei dovuto rispondere alla più che grata suaI solo il temore d’importunarla troppo di sovente ma [sic] trattenuto non avrei termini onde esprimerle quanto sensibile mi sia stata la tanto gentile sua, cosa che veramente mi ha consolato assai conoscendo ch’ella ha mio riguardo tanta premura e l’assicuro che ciò m’è di conforto assai giacchè godo per lei la più alta stima. Non mancherò di presentare al Sig. TeneraniII i suoi comandi e l’assicuro Sig. Conte che li ha accettati con tutto il piacere possibile e mi ha incombensato di presentarle mille e mille cose per lui, discorso facendo mi domandò come elle avesse accomodato il suo lavoro del Genio della CacciaIII, ed io con giusta lode gli feci la descrizione come con sommo gusto e giudizio è stato accomodato da Lei e rimase assai contento non gli tacqui pure di raccontarle di quanti oggetti di belle artiIV ella sia fornito e ammirò assai il di lei amore per [il] bello come pure ammirò il di lei gusto per esse. Devo pure presentarle i rispetti del Sig.r BassiV, che fui a visitare il suo studio e avendo udito che Brescia è il mio paese natio subito mi domandò conto della di lei persona e con molto piacere udì le sue nuove; non restai di ammirare con molto piacere le sue bellissime oppere [sic] cose veramente degne di tanto artista; così pure le dirò che il Sig. Tenerani ha ora terminato una statua per TorloniaVI, e à rappresentato un VulcanoVII. L’assicuro è una statua degna degli antichi Greci e sublime; vi è poi il braccio manco di una bellezza senza pari bella maestà in tutta la figura, è un lavoro che fa onore al nostro secolo; così pure gli dirò che TorvalsenVIII [sic] lascia Roma per sempre, e il suo sovranoIX gli ha spedito un vascelloX a bella posta per il suo trasportoXI con quattrocento uomini di truppa ma assai gli duole a abbandonareXII Roma non meno spiace agli artisti, la sua partenza. [...] pregandola di voler accettare i miei sinceri doveri mentre con tutto il rispetto e stima mi vanto di dirmi di lei
Dev.mo Servitore
Giuseppe Martinengo,
Roma, il 30 luglio 1838
Brevet er afskrevet efter Giacomo Lechi, Adriana Conconi Fedrigolli, Piero Lechi, op. cit. Kun de Thorvaldsen-relevante passager er medtaget.
Giacomo Lechi, Adriana Conconi Fedrigolli, Piero Lechi: La grande collezione. Le Gallerie Avogadro, Fenaroli-Avogadro, Maffei-Erizzo: storia e catalogo, Brescia 2010, p. 234.
Last updated 27.01.2021
Si riferisce a una lettera di cui noi non siamo a conoscenza.
Pietro Tenerani fu uno scultore italiano, allievo di Thorvaldsen.
La scultura rappresentante il Genio della Caccia infatti, oggi conservata al MAR (Museo d’Arte della Città di Ravenna), era all’epoca parte delle collezioni d’arte del conte italiano Ippolito Fenaroli, cfr. 16.4.1882. Per ulteriori informazioni sull’opera si rimanda alla relativa scheda, in Giacomo Lechi, Adriana Conconi Fedrigolli, Piero Lechi: La grande collezione. Le Gallerie Avogadro, Fenaroli-Avogadro, Maffei-Erizzo: storia e catalogo, Brescia 2010, p. 193.
La famosa collezione d’arte della famiglia Fenaroli Avogadro, nobile casata bresciana, si trovava nel palazzo oggi Bettoni Cazzago di Via Marsala a Brescia. Fra le opere qui conservate, ricordiamo che un tempo si trovava anche un bassorilievo di Bertel Thorvaldsen raffigurante Cupido e Ganimede, cfr. A395, oggi purtroppo perduto, ma ricordato nelle guide di metà ottocento: Sala (1834) e Odorici (1853). La collezione fu smembrata a seguito di un’asta organizzata nel 1882 dagli eredi della nobile famiglia, ormai estinta, per far fronte a problemi finanziari. Cfr. 16.4.1882 e 22.4.1882.
Vedere la biografia del pittore italiano Giambattista Bassi.
Il committente dell’opera nello specifico è il principe italiano Alessandro Torlonia.
La vicenda della commissione della scultura rappresentante Vulcano viene ricostruita in Oreste Raggi, Della vita e delle opere di Pietro Tenerani, del suo tempo, Firenze 1880, p. 212-214, dove si fa menzione al contratto stipulato nel 1842. L’opera, datata 1844, si trova oggi presso la GNAM (Galleria Nazionale di Arte Moderna) di Roma.
Come spesso accade, l’emittente della lettera storpia il cognome dello scultore danese. Per altri esempi si veda Alberto or Bertel?.
Il re danese a cui si riferisce è Frederik 6..
La fregata che serviva a trasportare Thorvaldsen e le sue opere in patria era chiamata Rota.
Per approfondire quanto scritto da Martinengo Cesaresco si rimanda all’articolo Transportation of Thorvaldsen’s Artworks to Copenhagen 1838.
Thorvaldsen partirà da Livorno pochi giorni dopo, il 9.8.1838.