Quattro Bassorilievi del celebre Torwaldsen
d’argomento Sacro.
V.
Gruppo di Angioletti
Son tre Angioletti d’una luce figli
Questi eh’effigiò chiaro scalpello,
E l’uno all’altro par che non somigli,
Ma dir non si potria, questo è più bello:
Un vola in mezzo, e in candor vince i gigli
Gratulando cosi tra questo e quello,
Che seco dividendo alti consigli
De’ begli omeri suoi si la puntello:
Ei dietro ad essi aprendo ambe le braccia
Coll’ali aperte e volte all’Orïente
Ambo, e sè stesso in un sol gruppo abbraccia.
Tali uscir questi dalla Trina Mente,
Quando l’Eterno al pigro nulla in faccia
Ponea le forme alla beltà nascente.
LA SAGRA FAMIGLIA
VI.
Divinizzata in suo materno affetto
Siede la Vergin Madre, e in su i ginocchi
Tien careggiando il Divo Pargoletto
Puro qual neve che sull’Alpe fiocchi:
Dalla sinistra Ei della madre al petto
Par che dolce si stringa, e il cor le tocchi,
E al Fanciul, che sarà di Dio lo Eletto,
Volge intanto la destra, e i suoi begli occhi:
Questi al vezzo arridendo e guarda e spera,
Di Lei stringe un ginocchio, e voce impetra,
Ch’empia il Giordano, e l’Idumea riviera:
Ed oh se voce avesse ancor la pietra
In cui sculto è il bell’atto! in molle cera
Scorrerian liquefatti i monti e l’etra.
IL REDENTORE AL GIORDANO
VII.
Vedi più che scolpito inver dipinto
L’atto che asterse di Natura l’onte,
Vedi il Battista in rozze pelli cinto
La pura Umanità lavare al fonte.
L’onda lustrale, onde ogni mal fu vinto,
Versa Colui, che si cibò dal monte,
Sul Dio fatt’Uom, di non sua colpa tinto,
Che le man giunte al sen, curva la fronte:
Quei con tremante destra il bel ruscello
Sparge di nivea conca, e a destra il chiaro
Vincastro erge ov’è scritto “Ecco l’Agnello”
Dimmi or Tu, quando in lapide di Paro
Applicavi la mano e lo scalpello,
Tremar non ti sentisti in man l’acciaro?
IL REDENTORE CHE BENEDICE
I FANCIULLI
VIII.
Venite, o fanciulletti, un Uom ch’è Dio
V’appella, e il riso vi promette eterno,
Accorre a chi di gir non è restio,
E dolce fa dell’anime governo:
Deh non temete: egli è sì mite e pio,
Che due fanciulli innanzi a Lui già scerno
L’un su i ginocchj suoi, qual fior sul rio
Curvò la fronte, poichè scorse il Verno:
L’altro con le man giunte i rai tien basso
Ver lui che il benedice amando molto,
E, a Lui sporta la fronte, arretra il passo:
Oh se l’Uom Dio vedesti in pietra scolto ,
Dolce pur vi saria restar di sasso,
Gustando il Paradiso in sì bel volto!