No. 156 af 10318
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Sonetto

Mentre Fama per te dibbatte i vanni,
D’aurata pianta Roma t’erge il serto;
Miro curvar le prische fronti agli anni,
All’onor tuo, al genio, all’Arte, al merto.

Invano Invidia vuol oscurare il certo:
Invan si studian nuove frodi, e inganni;
Ogni tessuto arcan rende deserto;
Temi! Scendendo dai celesti scanni?

Scioglin l’Aonie Dive in dolci accenti
Viva il dano Scalpel che Roma ha in seno,
Echeggi il mondo, il mar, l’aere, i venti.

Ah! Se potessi decantare appieno
I nuovi onori, in cui gli anni nascenti,
Germogliando il tuo Nom, fia più sereno.

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m33, nr. 87
Sidst opdateret 10.09.2018 Print