Canova a Torvalsen
Tu che dal Tebro ove hai mirabil seggio
All’umil Faritor movi cortese,
Pianti di maggio alte mie voci intese,
Onde sul labbro di due Figli acheggio.
In loro dall’arte tua divina i’ veggio
Scuro foco e valor che largo scese.
Io [xxxxxxxxx] e le passate offese
Ollio copre, né fa paura il peggio.
Vedi tu l’opra, onde han qui l’Arti grazie
Nel tempio che surgendo, al gel dell’oro
Prevalse Amor, che d’ogni bello è pregio.
Vedi, e se nell’opre onde io m’infioro
Arridi, e splenda tuo valore egregio
Io mi avrò eterno il nome tuo col Loro.
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