Montenero il 16 di Novem: 1810.
Ricevei giorni fà la Sua lettera del 30 otto: la quale ci ha dato nuove del nostro buon amico Thorwaldsen delle quali eravamo impazienti. Abbiamo sentito con sommo piacere l’ottimo Stato della Sua Salute, il felice Suo viaggio da Sienna a Roma e la continuazione de Suoi lavori, per terminare la Sua bell’Opera d’Adone; Il quale collocato in Baviera, non mancherà di onorare il nostro buon amico, e far connoscere di più in più l’Artiste, cui il Cielo fece dono d’un dei più rari talenti dei nostri giorni; facendo risorgere in lui i tempi tanto celebrati dei Fidias e Prasitelli.
Il grazioso basso rilievo di Amoro e Siche ch’io avevo lasciato nella Stanzina dell’altra casa fino che fosse interamente asciuto, è stato nel più gran pericolo. Dopo un tempo il più stravagante, di pioggie derotte, freddo, vento, piombò otto giorni fà sulle nostre colline, una tempestà inaspettata, era di matina alle dieci; Tutti noi eramo occupati nelle nostre celle. Un fulmine il più spaventevole cadde nell’altra casa, entrò dal Tetto nella Stanzina, ove lei aveva situato il mio basso rilievo, spalancò il muro, messe in pezzi la finestra per uscire, entro di là in un canale di camino, che passa in giù, nella Stanza ove abita il contadino. Essendo un Domenica, la Madre e i figli vi erano radunati: Fortunatamente all’uscire del Canale mentovato, si smorzò in un pajolo di rame pieno d’acqua. Nessuno non fu ferito come per miraculo: il mio basso rilievo non fudannegiato che dalla parte del piede di Siche appoggiato sulla cornice; al di sopra del piede manca un pezzo della cornice, e intorno del gruppo vi è di la e di qua qualche pezettino di gesso levato, ma il gruppo non a punto sofferto, e il fulmine l’a rispettato. Non è difficile il figurarsi nostro spavento, prima che s[?] seppe ove era caduto: la vivinanza fece credere ch’era nella nostra casa, Ella ne fù scossa come se fosse stato una bomba caduta sul tetto. Infine grazia a Dio siamo usciti dal pericolo sani e salvi, ma ne conserveremo l’impressione, per molto tempo.
Ringrazio il nostro buon amico Thorwaldsen della premura che s’e dato per procurarmi due rocchi di colonna di Porfido pei nostri busti; ma vi prego di differire per qualche mesi questa negoziazione, i tempi sono troppo disgraziati. Il cambio su Hamburgo spaventevole, la Piazza di Livorno in uno Stato deplorabile, non sitrova più denari, e siamo forzati di metterci nella più stretta economia, per poter tirar avanti; non posso dunque per ora permettermi nesuna spesa straordinaria. – Speriamo che quest’ epoca dolorosa passera e ch’ogniuno potrà di nuovo seguitare liberamente gli impulsi, di benificenza e l’amore delle belle Arti.
Il mio buon Ermano è deciso di fare per la primavera un Viaggio in patria, ne ha domandato in questi giorni a tal effetto la permissione al Re. Dopo un Assenza di Novi Anni è bene di ravivarsi nella memoria del Governo, e de Suoi Amici.
Un abbraccio amichevoli del mio buon Ermano e Olinto, un Saluto di tutti di Casa, e mi creda per sempre.
Sua Amica Vera
Elisa de Schubart.