Sigr. Commende. Veneratissimo.
Non so trovare espressioni adeguate per manifestarle quella sincera ed eterna gratitudine, che m’inspira la singolare di lei bontà. Ella però interpreti quello che sente e non può esprimere un anima riconoscente. Nelle pur troppo calamitose mie circostanze, che mi tengono in grande affizione, mi fu di sommo conforto il vedermi onorato del di lei valevolissimo Padrocinio. Se in alcuna cosa Ella mi credesse abile a servirla, e volesse anche impiegare l’opera mia, lo avrò per nuovo segnalato favore.
Permetta intanto che con immutabili sentimenti di alta considerazione e rispettoso affetto io me le confermi
Di Casa 3. Maggio 831.
Devmo Obbmo Ossegmo serviee.
Luigi Raspi.