No. 3832 af 10319
Afsender Dato Modtager
G.B. Raggi [+]

Afsendersted

Rom

10.8.1825 [+]

Dateringsbegrundelse

Dateringen fremgår af brevet.

Bertel Thorvaldsen [+]

Modtagersted

Rom

Modtagerinfo

Udskrift: All´Ornatiso. Sigre. Sigre. P[a]dron[e] Colmo / Il Signor Alberto Torvaldsen / Celebre Scultore / via Sistina N.o 46. / Roma

Resumé

Kommentarerne til dette brev er under udarbejdelse.

Se original

Pregiatiso. Sigre. Cavaliere

Non essendomi riescito d’impiegarmi dopo che fui improvisamente da lei licenziato, mi è forza rimpatriare con la mia famiglia.
Se io fossi stato, come si costuma, preventivamente avvisato, non mi troverei oggi obbligato a partire per non ritrovarmi in mezzo di una strada, con una numerosa famiglia, fatta venire in Roma dietro il consiglio di Lei, e del Sigr. Tenerani.
Io non avrei mai pottuto immagginarmi che dopo 6. anni, ed il più vetteranno dello studio, toccaste a me ad essere il primo a sortirne senza Demerito. Lei deve ben comprendere, che in ogni studio di Roma deve essermi disvantaggioso sentendo questo fatto: Ognuno potrà a sua voglia dare quel colore che vuole alla cosa, tanto più che a lei non mancano lavori. Giacchè io sono dunque costretto a partire, e non trovandomi il denaro necessario per intraprendere un dispendioso viaggio, sono costretto ricorrere a lei per i mezzi giàdetti.
Lei già ben sà, che nella sua assenza da Roma, mentre era alla testa dello studio il sigr. Tenerani, io lavorai il Bassorilievo della Briseidè /che lei mi disse di farglielo prima che partisse/ 13. settimane senza ricevera il mio assegno, di scudi 8. la settimana, da lei Fissatomi, perchè il sigr. Tenerani non aveva abbastanza fondi da pagarmi: Questa mia Mercede importerebbe scudi 104., dei quali ne ebbi a Conto in due ratte 26., che difalcati resto avere scudi 78. – Lei pur anche sà che ritornato dal suo viaggio, e precisamente, dopo circa un’ anno e mezzo, che io ero impiegato da lei, col solito assegno, mandò da me il sigr. Tenerani a notificarmi che volendo mettere nuovo mettodo nello studio, voleva che io lavorassi ad un tanto al giorno, per la somma di paoli 12. per i solo giorni lavorativi, ed avendo io risposto al sigr. Tenerani che non avrei pottuto vivere, dopo fatta venire la Famiglia, con quel ribasso, facendogli riflettere, che nell’intervallo dell’ anno, vi sono varie settemane con 4. e 5. giorni di lavoro. Rapportata dal sigr. Tenerani a lei la mia negativa, vene in persona da me, nel piccolo studio, dove io aveva incominciata la statua della Baratinschi, e rinovandomi i discorsi fattimi fare dal sigr. Tenerani, feci sempre fermo a fargli conoscere che non potevo lavorare per quel prezzo: mi soggiunse lei allora “Che oltre i 12. paoli, mi avrebbe dato seretamente dagli altri giovani, un regalo per ogni pezzo di lavoro” Rifletendo allora che in questa guisa avrei pottuto sostentarmi con la Famiglia, cedei a questo patto, ed avido di presto percepire ciò che si era obbligato, mi messi sempre con energia a lavorare, come riconoscerlo puole da suoi libri.
Di questo nostro patto una sol volta per la statua del Potoschi, fatta in circa 9. mesi, ho’ avuto 8. dopie da paoli 32., e nulla’ hò avuto della Baratinschi, del Pastore, di un Bassorilievo del Freggio, di un ritratto di Alessandro, di un Bassorilievo del Centauro, del Marte fatto in circa 10. mesi, e di altro Bassorilievo del Freggio. –
Sono ora quattro anni che lei tiene in mano i due Bassorilievi del Centauro, fatti fara io a Carrara e mie spese: Lei disse volermeli pagare facendone il Conto come se li avesse fatti eseguire nel suo studio; sie ciò io mi rapporto al suo volere, onde si potrà sentire dopo fissato il prezzo del marmo a quanto ascendeva il lavoro, e le spese, per potere essere anche di questo saldato.
Caro sigr. Cavaliere, siccome io non potrei più a longo trattenermi in Roma con una Moglie e 3. Figli; ad essendovi appunto uno de nro bastimenti per potere imbarcare varie cose, sono caldamente a pregarlo a volermi con la maggior sollecitudine liquidare quanto sopra, persuaso che il suo cuore resterebbe traffitto, vedendo restare una Famiglia desolata, e senza mezzi di sussistenza. Intanto gli assicuro che non dimenticherò di essergli riconoscente, per essere stato 6. anni presso di lei, e se o il destino, o le calunie /per non avere avuto mezzi da combatere/ fossero stati la caggione del mio distaco dal suo studio; Spero un giorno, di esserne rivendicato da una mano suprema, giacche sapiamo, che l’avvenire scuopre la verità.
Non tralasci con tutto questo di prevalersi di me in ciò che sono abile, mentre gli porgo i miei ringraziamenti uniti a queli della Famiglia, mi protesto.

Roma 10 Agosto 1825.
P.S. Lo prego di farmi avere con la prossima sollecitudine una risposta per mia regola

[Dev]mo: Obbmo: Servatore

GB Raggi

Arkivplacering
m10 1825, nr. 87
Thiele
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