Carismo e Pregmo S.r Cav.re, Padrone, ed Amico
Lago di Como Li 18. Mag.o 1825
Allorchè fui quì l’altra volta, appena ritornato da Firenze, mi sono fatto premura di istruirla minutamente del nuovo Locale, che stavasi allestendo per riccevere il incomparabile di Lei Trionfo, anonciandogli con piacere vivissimo, che tutto andava come potevamo desiderare, e che soltanto una picola Lista d’agionzione andava a mancare nel Basso rilievo per coprire interamente la seconda partita del Salone. Non ebbi da poi alcun riscontro, che aspettai con ansietà.
Mi favorì di scrivermi cod.to nostro bravo Signor Tenerani, e mi diceva, che Ella aspettava mie notizie, forse perchè non gli era peranco gionta in quell’ epoca la sud.ta mia del 9. Aprile pros.o pasto. Mi diedde Esso anche la gratissima nuova, che si incassavano i Pezzi già ultimati; ma per disgrazia cod.to benedetto Speditore S.r De Sanctis, che avevo incaricato di tenermi al giorno d’ogni evenienza relativa a miei ogetti, e massime di questo che tanto m’interessano già dei mesi, che guarda meco il silenzio, e mi lascia nelle maggiori inquietudini. Io gli scrissi già più volte, senza tampoco averne riscontro, ed oggi incomodo Lei di fargli tenere in mano propria il quì inchiuso Bigliettino, in cui non posso a meno di fargli sentire il mio malcontento, ed il cattivo Umore, che mi tormenta.
E come, caro Amico, lo potrei essere diversamente? Ora mi tocca, sebbene non ancor bene in Salute, di dover subbito partire per la Francia a causa della prossima Incoronazione del Rè ; e parto senza notizie di ciò, che più mi interessa; e senza avere riccevute le Pietre, che lasciai al sud.to De Sanctis di subbito mandarmi fin da quando partii da Roma, per cui devono restarmi in sospeso i Lavori premurosi de’ miei Camei fino a tanto ch’io ritornerò in Italia. Si agionga a tutto questo, che pur troppo sento di essere vecchio, e quindi si cresce a dismisura la mia paura di non poter veder finito almeno ciò, che mi stà tanto sul Cuore.
A proposito di Camei, ho il piacere di dirLe, che dieddi già la Comissione, tanto a Berini di Milano, quanto a Beltrami di Cremona di travagliarmi in Pietre dure due Pezzi della nostra Grand’ Opera ; e spero che riuscirano meravigliosi, tanto più che le Pietre sono preziose, cioè un gran Grisopazio, ed un Topazzo.
Mi faccia la grazia di scrivermi a Parigi – Rue basse du Rempart nr. 4 – dandomi tutte le relative notizie, giacchè queste sole potrano servirmi di regola pel mio ritorno in Italia; giacchè contando sulla datami parola di favorirmi Ella stessa a dar l’ultima mano in opera quì al detto Trionfo, vorrei trovarvimi anch’io a farle la mia Corte, e godere di una soddisfazione, che forse sarà l’ultima della mia Vita, e sicuramente la più agradita di quante n’ebbi in questo basso mondo.
La Statuina del nostro S.r Bienaimé trovarsi quì arrivata intata; ed è quasi finito il relativo Piedestallo in marmo. Aspetto con impazianza anche il suo Pendent del nostro bravo S.r Freund, il di cui Piedestallo non posso ancora farlo eseguire per non sapere con precisione la circonferenza della basse della Statua Sua.
Oh dio! quanto più volontieri tornerei alla sinestra invece di incaminarmi alla diretta! In allora invece di allontanarmi, mi aprossimerei d’avantaggio al mio migliore Amico, al mio caro, ben amato Thorvaldsen; ma bisogna il più delle volte negare la propria volontà, sebbene siansi fatti tutti i sacrifici per vivere liberi, e poter fare a suo modo.
Tante cose, e tante alli ottimi Tenerani, e Freund, che stano occupati per favorirmi, e che mi lusingo favoriranomi con tutto l’impegno, e massimo cuore. Ricceva i più affettuosi abbracci del
Tutto tutto Suo Amico, e Ser.re affmo
C Sommariva
[på brevets forside ses følgende notat:]
Palm | 29 |
Ganim | S 8 |
Notte G | S 14 |