Stimat.mo Cav.re ed Amico Prezios.mo
Plombieres Li. 5. Ag.to 1825
Prima di partire da Parigi per venire a prendere queste acque termali, onde vedere di liberarmi dalla mia Gotta allo Stomaco, scrissi al codesto nostro buon Tenerani, temendo di essere troppo a Lei importuno col ripetterli mie Lettere. Ora con viva mia consolazione vengo di riccevere quì, rimessami da Parigi, la graditissima Sua .".".". Luglio, di cui la ringrazio moltissimo. Questa mi riempie di consolazione nell’ assicurarmi, che dentro il corrente anno il nostro Trionfo anderà in Opera tutto compito. Non hò altro a desiderare di più, che l’adempimento di questo ardente mio Voto frattanto, che mi trovo in vita, che per dire il vero, non può andare molto avanti, tanto per la mia avanzata età, quanto per i replicati assalti di gotta, acui vado sogetto. Vorrei almeno, che gli ultimi miei giorni li potessi passare assieme col mio incomparabile amico Thorvaldsen, che mi rinova la certezza di farmi quest’onore col venire alla mia Villa al Lago a felicitarsi assieme di un si grande Travaglio esposto all’amirazione del Publico attuale, e della più tarda Posterità. Non resta quindi che l’ultimo Pezzo, dove figureremo assieme, e ci staremo all’ eternità riuniti: Questa idea è per me non meno preziosa, ed onorevole, che consolante. La Composizione di esso è già da Lei concepita; e ciò basta per essere sicuro della più pronta esecuzione in marmo. Le faccio solo presente, che bisognerà perdere molto spazio di tempo pel suo trasporto da Roma al Lago; e quindi dipenderà dall’ epoca, in cui potrà esso venire spedito da codesto Signor De Sanctis.
Sebbene io crederei, che anche prima dell’ arrivo di tale ultimo Pezzo si potrebbe dar mano al colocamento di tutti gli altri Pezzi, colla di Lei sospirata presenza.
Frattanto io spero di potere nel prossimo 7bre essere di ritorno in Lombardia, e di là potrò regolarmi, onde mettermi in libertà per l’epoca, che verrà da Lei fissata.
Mi congratulo, che il bravo nostro Tenerani meta mano alla nostra bella Psiche, senza più abbandonarla se non terminata. Spero, che anche l’ottimo nostro Freund sarà sul finire della gentile Cloe. L’Amorino suo Pendent trovasi già al posto sul suo Piedestallo di marmo. Se avessi avuta la forma precisa del zocolo di detta Cloe, sarebbe già in ordine anche il di Lei Piedestallo dello stesso marmo, che stà a tal effetto già preparato il Blocco.
Finalmente dunque cod.to S.r Girometti ha partorito il Cameo della sud.ta Psiche, per cui dovette tardarsene il Lavoro del Marmo. Il meno male è che sia riuscito bene al segno di non far poi torto alla Statua Originale. Scrivo allo stesso Girometti di spedirmelo a Milano.
Mille ringraziamenti, e mille doveri alli degnissimi di Lei Allievi, che si compiaciano di ricordarsi di me. Sò pur troppo le molteplici di Lei continue occupazioni gravissime, che le devono togliere perfino il tempo di respirare. Sarei quindì ingiusto ove le facessi dei rimproveri di non scrivermi di sue ambite nuove, mi bastarebbe che qualcuno per di Lei commissione mi inviasse di tanto in tanto due sole righe per tranquillizarmi. Ella sà, che Chi ama è sempre esigente. Io confesso, che non solo l’amo il mio Thorvaldsen, ma lo venero, e l’adoro, tenendomi a sommo preggio di potermi dire
Tutto tutto Suo Aff.mo Am.co, e Ser.e Obbl.mo
C Sommariva