Sonetto
di Alfieri
Vuota, insalubre region, che stato
Ti vai nomando; aridi campi incolti,
Pallidi muti estenuati volti
Di popol vil codardo e insanguinato.
Prepotente, non libero, Senato,
Di pochi vili, in fulgid ostro avvolti;
Ricchi patrizi, e piu che ricchi stolti –
Prence cui fa stultezza altrui, beato –
Città, non cittadini, augusti Tempj
Religion non già, Leggi, che inguiste
Ogni giorno cangiar veggo, ma in peggio.
Chiavi, che compre un di, schiudeano agli’ Empj
Del ciel le porte, or per età vetuste,
Non sei tu Roma, d’ogni vizio il seggio?