Chiarissimo Signor Cavaliere
Caldo amore di patria, e vivo desiderio di offrire alla memoria dell’illustre Cavaliere Appiani un giusto tributo di ammirazione hanno destata nei sottoscritti di lui Compatrioti la grata idea d’innalzare un Monumento, che nell’onorare li sentimenti di chi lo propone, aggiunga ad un tempo un nuovo lustro a questa Città.
Ma quale scalpello più degnamente ricordar saprebbe alla tarda posterità la nostra ammirazione per il Pittore delle Grazie, se non se quello, che gareggiando co’più insigni Scultori dei Secoli di Pericle, e di Leon X. sembra appunto destinato ad eternare la gloria dei grand’uomini di questa età.
Nella dolce lusinga, ch’ella vorrà gentilmente corrispondere alla nostra viva brama, le trasmettiamo Sigr. Cavaliere qui unito l’invito fatto a nostri concittadini.
Nello stesso tempo le partecipiamo il progetto del monumento da erigersi. Rappresenterà questo le trè Grazie in mesto atto piangenti. La grandezza delle figure potrà essere al naturale, e forse meno: ciò dipenderà dalla grandezza del monumento, la quale non si può determinare non essendo stabilito il luogo ove debba collocarsi.
Voglia Ella compiacersi di secondare gli ardenti voti, che tutti gli ammiratori dei di Lei talenti fanno, perchè la memoria del defunto Cavaliere Appiani, sia viemaggiormente illustrata dall’inimitabile suo scalpello; si degni di dare alli sottoscritti col mezzo del Sigr. Abate Benedetto Tordorò conoscenza de’ di lei divisamenti, ed accolga intanto l’espressione sincera de’ sentimenti d’alta stima e di vera considerazione, co’quali hanno l’onore di professarsi.
Milano 10. Aprile 1819.
Umilimi Devotmi. Servi
Conte Carlo Verri
Conte Antonio Strigelli
Br Ant. S[x]namini
Anro. A. Sopransi
Benedetto Tordorò