The Thorvaldsens Museum Archives

Fossero i miei pensieri simili ai tuoi O mia dolce Amica, come te fossero i miei canti serenamente allegri. Allora tu potresti facilmente persuadermi, non vorrei indugiare ad adempire la tua richiesta. Leggeresti ben presto con diligenza scritti versi ove scherzerebbe la diletta Fantasià ed il genio si lasciarebbe ornare ma non indebolire dal arte. allora potrei sperare simile a te spargere un piacevole incantesmo per consolare gli afflitti, rallegrare i tranquilli, e svegliare intorno un bel sentimento di sociale benevolenza – Ma diversi assai sono i trascurati suoni che sorgano sponteneamente dell’Arpa mia, ivi non domina la bella Imaginazione con influenza giojosa ed allegra. Intatte e neglette stanno le sue corde e senza armonicà, danno sfogo sollanto al tetro cuore che solo inspira de’ note sue. Ed a quel sorgente troppo fedele prorompono i suoi flebile accenti. A tua bell’anima farebbe male il vedere quante regnano sopra la mia ombre oscure. Ma dinnui, non hai sentito il vento lugubre marmorare intorno a qualche antica torre rovinata, e fermato il passo per ascottare il funesto suono che sopra la spirito l’effetto d’un’indefinita tristezza? Tu hai ma non vorresti richiamare quel mesto suono ne fare prova della suo potere, in mezzo delle festose redunanze per frenare la procaccia gioja allegricà della gio[x]dalti collafredda riflessione. Dunque non cerchi a ricordare i canti che una volta attenta ascoltasti ma piùtosto con un tuo dolce sorriso dissipi per un momento ogni mio tristo pensier.