Caris.mo Sig.r Freund Am.co Preziotissimo
Dovendo rimanere per alcuni giorni in Orvieto a causa della mia salute, non saprei come raccomandare le mie piccolissime cose di Roma che a lei, conoscendo troppo il suo cuore, e la sua propensione al bene de’ suoi Amici.
Quindi è che mi prendo la libertà di fargliene una noticina, persuaso dalla sua compiacenza a cui sarò infinitamente dovuto.
Mi farà grazia di far qualche visita allo studio del Sig.e Lauritz offrire di diriggere a tenere in soggezzione i due giovani che vi lavorano pagando il Borgamini a ragione di Paoli undici il giorno, e l’altro che lavora il busto di Menandro a ragione di tré. La lapide sepolcrale del fù Baron d’Ompteda appartiene al Sig.r Consigliere Kostner, dal quale farà il piacere di ritirare Scudi romani Diciannove, voluti dalla detta lapide, e pagarli al Sig.r Focardi che n’era il Proprietario: tutte le spese che occorreranno per l’incisione delle lettere resteranno tutte a carico del prelodato Sig.r Consigliere che mi riferirà distintamente. Avrà parimenti la bontà di vigilare sull’andamento del mio studio raccomandando a que’ giovani la volontà di studiare, e la concordia.
Pagherà al Roncaglia Scudi tre ogni settimana e cinque al Sig.r Enna qualora non partisse tosto: e questi pagamenti li comincierà il Sabato della settimana entrante avendo per la corrente lasciato il denaro a mio fratello.
Verso il 20 del mese andante darà a mio Fratello quella somma che li verrà richiesta, che li deve seguire per pagare intieramente il suo Maestro di lingua Francese, ricordandosi di interrompere il corso delle lezioni secondo il nostro concertato.
Ogni Martedì devo passare Paoli ventidue a scopo dell’Avvocato Andrej mio compatriotto, e questi li darà a mio Fratello i giorni precedenti a cui li comunicherà questo mio dovere, che deve immancabilmente adempire.
Faccia formare il Busto della Contessa Lanzoni che tengo in mia casa non finito, ove la prego di farlo riportare, raccomandando caldamente ad Antonio di non mostralo ad alcuno, il che mi spiacerebbe sommamente: quando verrò in Roma vi farò mettere il pieduccio.
Se mi venissero delle lettere mio Fratello me le diriggerà in Orvieto con sopraccarta.
Il danaro per soddisfare alle su[ddett]e seccature mi è stato graziosamente esibito dal Sig. Thorwaldsen e credo che potranno bastare Scudi Sessanta.
Voglia ben scusarmi della libertà che mi prendo e pregandola di far altrettanto verso di me mi creda sinceramente
Suo Servo e Vero Amico
Pietro Tenerani