Rieti Li 17. Dicembre 1831.
Rispettabile Amco. e Pne
Memore della singolar degnazione da Lei sempre dimostratami, adempio ad un grato dovere, che l’ammirazione ingenua e l’amicizia m’ispira, nel rinnovare al cominciamento dell’Anno imminente Augurj e Voti per la prosperità dell’Uomo Europeo, che a’ pregi dell’altissimo ingegno unisce le Virtù più soavi.
Non poche sventure di salute mi affliggono in famiglia. Eppure il ricorrimento del Santo Natale ha per ogni Cristiano rimembranze cosi dolci e commoventi, che il cuore trova in esse un qualche intervallo di calma. L’armonia universale della Natura e della Legge indotta dal Redentore mi suggeria un pensiero comunque debolmente espresso ne’controscritti miei pochi Versi, e che sorge dalla combinazione di due suoi vaghissimi bassorilievi, che mi rilucono in mente “Una Vergine sedente col Bambino sui ginocchj. La fascia del Zodiaco che sormonta il gruppo (come in quel bassorilievo di Giove) ed un Angioletto sedente sul segno del Capricorno con la Lira in mano in atto di accordar l’eterna armonia. Due Pastorchi amanti, cioè una Donnina, ed un Pastore genuflessi innanzi al Bambino (che alza la manina per benedire) stanno in atto di dar fiato alle loro avene”. Che Li pare di questa miseria’ ? Abbiala come di semplice occasione ad un qualche suo pensiero divoto e sublime, e come una fronda de’ miei aridi rami che spargo in segno dell’Augusio sulle soglie del suo studio. – Faccia gradire i miei ossequj al gentilismo. Sigr. Bienaimé degnissimo dell’Amicizia sua, e della mia ammirazione, e mi creda quale pieno del più distinto rispetto, bacio le mani che fanno cosi divine cose.
Di Lei rispettabilismo. Pne ed Amco.
Devmo servitore vero ammiratore ed amco affmo
Angelo Maria Ricci