Sig Thorwaldson Glmo
A Lei sommo nell’arte, e meritamente salutato dall’intera Europa come il primo frà gli scultori viventi, io debbo per la massima parte l’incontro, che hanno avuto le due mie statue di Arnolfo di Lopo, e di Filippo di Ser Brunellesco, rese di pubblica ragione il 23. del Corrente.
Il mio studio quasi deserto [x] l’avanti si aprì ad’ una folla di persone, frà le quali anche all’ ottimo nostro Sovrano, dopo che Ella lo ebbe onorato nel suo ultimo passaggio da questa città, ed a Chi debbo io questa variazione istantanense non alle gentili, e lusinghiere espressioni, delle quali Gli piacqne onorarmi nelle nostre società ?
Mancherei quindi ad’ un preciso dovere se non Gli esternassi i vivi sentimenti di gratitudine, che metto, e nutrirò sempre a di Lei riguardo, sentimenti che amerei al sommo di confermarle in voce, quando mi fosse dato di poter fare una corsa a Roma, lo che tanto più gradirei, in quanto che farebbe mio desiderio il far qualche studio sul bello antico, e moderno di che abbonda cotesta metropoli prima d’intreprendere il lavoro di una statua colossale di Leopoldo primo, allogotami, non ha quasi, dalla Città di Pisa, ed il più caldo frà i miei voti si è quello di poter portare ad’ effetto questo mio desiderio, lo che se avverrà mi porgerà il mezzo di ripeterle quei sentimenti di ammirazione, e di gratitudine, coi quali mi è per adesso grato il segnarmi.
Firenze Li 25. Giugno 1830
Di Lei Glmo Sig. Thorwaldson
Devo. Obo. Sero.
Luigi Pampaloni.