NN
Rom
Omnes
Dateringen fremgår af tidsskriftet, hvori teksten blev trykt.
The commentary for this document is not available at the moment.
THORWALDSEN.
Alberto Bartolommeo Thorwaldsen era figlio di un marinaio islandese, che esercitava inoltre l’umile mestiere di intagliatore in legno delle grossolane figure che si attaccano alle prore delle navi mercantili. Egli nacque in alto mare nel tragitto che sua madre faceva da Reisciavik in Islanda a Copenhaguen, nel 1769, e perdette di buon’ ora i suoi parenti. Ammesso, come allievo pensionato nella classe di disegno dell’accademia reale di belle arti di Copenhaguen, egli riportò, in marzo del 1794, il gran premio a cui è annessa una pensione quadriennale di 500 scudi in contanti (da 2,400 fr. all’anno), per porre il vincitore in grado di venire in Roma a perfezionarsi nella sua arte.
Ordinariamente l’allievo coronato, prima di passare in Italia, percorre l’Alemagna e la Francia; ma Thorwaldsen, la cui educazione per la quasi indigenza de’ suoi parenti era stata così negletta, che si credè inutile per lui il visitare le anzidette due contrade, s’imbarcò a Copenhaguen direttamente per Livorno, e si recò quindi a piedi, in questa dominante, ove passò più di due anni unicamente occupato a contemplare i capolavori dell arte antica e moderna, e irresoluto se doveva dedicarsi alla pittura, anziché alla statua. Una visita al museo Vaticano fu quella che determinò la sua vocazione allo scalpello di Fidia, e da quel punto egli vi si abbandonò con un ardore estremo.
Suo primo lavoro fu il modello di una statua colossale di Giasone che fece un gran senso nel mondo artistico, e che gli fu commessa dal banchiere olandese Hope. A questa prima opera ne succedettero altre parecchie che acquistarono quasi tutte una celebrità europea, e fra cui basterà citare le seguenti:
Un Marte, un Adone, le Tre Grazie, le Muse, un Achille, un Mercurio, eseguite, si le une che le altre, due, tre ed anche quattro volte, in marmo; una Madonna con Gesù Bambino, per Napoli; il Cristo e i dodici Apostoli, per la cattedrale di Copenhaguen; un fregio rappresentante in basso rilievo la personificazione del giorno e della notte, pel palazzo Quirinale; il monumento di papa Pio VII; quello del principe Poniatowski, per Varsavia; quello del principe Eugenio di Leuchtenberga, per Monaco; quello di Guttenberg, per Magonza; finalmente l’immensa serie di bassorilievi rappresentanti l’ Entrata di Alessandro in Babilonia, che egli cominciò a moderare per ordine di Napoleone, e che adornano oggi la gran saia di ricevimento dei palazzo di Christiansburgo a Copenhaguen, ec.
Thorwaldsen ha lavorato sino all’ultimo istante della sua vita. La mattina stessa del dì che morì, egli disegnava una statua di Ercoie, e pochi minuti prima di andare al teatro ove, come si sa, fu colto da un colpo di apoplessia fuiminante, egli modellava un busto di Lutero.
Egli iasciò una sostanza stimata dei valore di presso a 2 milioni di talleri di banco ( 4 milioni circa di fr.), e legata per intiero ai museo da lui fondato a Copenhaguen, e che porta il suo nome, stabilimento ove si trovano già deposte le sue ricche raccolte di obbietti d’ arte.
Thorwaldsen era presidente onorario dell’accademia di s. Luca, e socio straniero dell’istituto di Francia e di quasi tutte le altre accademie dell’Europa.
Il defunto re Federigo VI aveagli concedute lettere di nobiltà e creatolo gran croce dell’ ordine di Danebrog. Il re dei francesi lo nominò nel 1831 ad officiale della legion d’onore.
Il dì 30 si fecero i funerali di Thorwaldsen, e dir si può, senza tema di esagerazione che, dall’antichità greca in poi, giammai perdita alcuna di artista non occasionò un dolor più generale, nè mai si celebrarono più magnifiche esequie che all illustre scultore danese.
Dette er en trykt artikel, som blev udgivet i 1844 i tidsskriftet L’Album, op. cit. Teksten er skrevet af fra et eksemplar af artiklen i Thorvaldsens Museums bibliotek.
Last updated 02.07.2014